IL MUSEO REGIONALE DI MESSINA, FINALMENTE!
Il nove dicembre 2016 è una data importante per Messina. A poco più di trent’anni dall’aggiudicazione dell’appalto concorso, apre finalmente l’ala nord del Museo Regionale. Lasciamo ad altri la ricostruzione della lunghissima vicenda progettuale e costruttiva dell’importante edificio. In questo momento ci interessa solo il dato di fatto: la città dello Stretto avrà finalmente il suo più importante polo culturale.
In effetti, la parola Polo, in questo caso, è la novità. Il Museo Interdisciplinare Regionale Maria Accascina di Messina si avvarrà, infatti, dello status di Polo Museale, sarà cioè sede di riferimento di almeno una ventina di altri siti del territorio messinese, configurandosi, di fatto, come la più ampia realtà espositiva a sud di Napoli, dopo il Museo Nazionale di Capodimonte. In realtà il vero e proprio museo permanente coinciderà del tutto con il nuovo edificio; la vecchia sede, la cosiddetta ex Filanda Mellinghoff, sarà adibita solo a mostre temporanee. Vi rimarranno, già un tempo rimontati nel cortile interno, i due portali della chiesa di Santa Maria della Scala, quello di San Domenico e l’altro di Santa Maria di Basicò, tutti provenienti dalle rispettive chiese dopo il terremoto del 1908.
Il complesso nuovo (progettato a suo tempo da Basile, Manganaro, De Fiore, Fleres) è formato da tre corpi di fabbrica sfalsati a pianta quadrata, conclusi da costruzioni a pianta poligonale sul fronte nord. Le facciate di questi tre edifici si distinguono per le grandi finestre verticali a tutta altezza. Il primo fabbricato, detto corpo A, è disposto a doppia altezza intorno allo scavo della cripta del San Salvatore dei Greci, chiesa un tempo esistente nel sito e crollata con il terremoto. I corpi B e C hanno un nucleo centrale costituito da una rampa che collega i tre livelli interni, i due fuori terra destinati allo spazio espositivo, il seminterrato adibito a depositi, caveau, uffici tecnici, archivi e biblioteca. La superficie dell’area nuova è di 4.476 mq sui due livelli espositivi, più 3.000 mq per i locali seminterrati. L’area esterna, dal 1998 e fino al 2005, è stata progettata, in parte, come un vero e proprio museo all’aperto. Anche lì potremo vedere alcuni portali provenienti da ex chiese preesistenti al terremoto (S. Giovanni Battista, Santa Caterina Valverde, S. Agostino), ma anche due delle ex quattro fontane di via Cardines. La superficie complessiva dell’area è di 17.118 mq. Il progetto di allestimento, curato dallo stesso ufficio tecnico del museo per mano dell’arch. Gianfranco Anastasio, segue il criterio storicistico integrato già adottato nella vecchia sede.
I numeri di partenza sono indubbiamente a favore del museo messinese, ma certo da soli non basteranno a far decollare finalmente questa struttura verso il primo obiettivo più ovvio, cioè il maggior numero possibile di visitatori. Sappiamo che realtà museali anche molto piccole, in città non necessariamente più grandi di Messina, raggiungono spesso risultati grandissimi. È quindi, anche, un problema di circuitazione culturale e di organizzazione. Siamo certi che la svolta decisiva impressa dalla direttrice, dott.ssa Caterina Di Giacomo, nell’apertura della struttura, avrà un’onda lunga anche in seguito. Infatti, in coincidenza con l’inaugurazione partirà già la prima mostra temporanea alla Mellinghoff: “Mediterraneo luoghi e miti, capolavori del MART” (dal 9 dicembre al 5 marzo 2017, con opere del ‘900 fra gli altri di Carrà, De Chirico, Fontana, Jodice, Consagra, Paladino, Guttuso, Rotella).
Cosa ci aspettiamo per il futuro? L’ideale sarebbe una struttura agile, legata al territorio, promotrice o ispiratrice di eventi culturali, collegati alle mostre temporanee o alla collezione permanente; capace di valorizzare anche l’archivio fotografico e la biblioteca, con un’apertura alla multimedialità. Non sono molti, in fondo, i musei che possono vantare due Antonello e due Caravaggio, senza dimenticare ovviamente il Nettuno e la Scilla di Montorsoli, i quadri dell’Alibrandi, la Carrozza Senatoria, la collezione degli Argenti, i portali della città distrutta e, ultima arrivata, la nuova esposizione dei reperti archeologici.
In fondo, però, (quasi) tutto ciò che abbiamo elencato c’era anche prima. Si tratterà di metterlo al centro di un progetto novo. Intanto ci godiamo a pieno l’apertura, cui è stato dato un titolo beneaugurante: varo.
Il varo del nuovo Museo inizierà con una conferenza stampa nella mattina del 9, alle 10.00; inaugurazione della collezione permanente e della mostra temporanea con presenza delle istituzioni a partire dalle 17.00 e fino alle 19.00. Dalle 20.00 alle 24.00 (bellissima novità!) free entry per il pubblico. L’entrata libera ci sarà anche sabato 10 dalle ore 9.00 alle 18.30 e domenica 11, solo di mattina, orari 9.00 – 12.30.
In seguito, le visite, con biglietto a 8 euro, avverranno solo di sabato e domenica, agli orari suindicati. Nel resto della settimana continueranno i lavori di completamento, perché – ricordiamolo – l’edificio, è in alcune sue parti, ancora un cantiere. Anche per questo ne apprezziamo, ulteriormente e comunque, l’apertura.
Prof. FRANCESCO GALLETTA