Spose bambine…vite distrutte
La Dichiarazione dei diritti del fanciullo è un documento stipulato nel 1924 dalla Società delle Nazioni in seguito ai terribili avvenimenti che la Prima guerra mondiale causò, riguardanti soprattutto la vita dei bambini. Per la sua stesura la Società della Nazioni, si agganciò alla Carta dei Diritti del Bambino emanata nel 1923 dall’attivista britannica Eglantyine Jebb. Questa donna viene ricordata dalla Croce Rossa come dama dell’associazione, nonché fondatrice della successiva organizzazione Save the Children, nata nel 1919. Con l’istituzione dell’ONU, la dichiarazione è stata confermata e resa pubblica il 20 novembre 1959 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e verificata più accuratamente nel 1989, quando ad essa seguì la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia. Questo documento in realtà non può essere applicato obbligatoriamente per tutti gli stati in maniera parallela, ciò sta a significare che non possiede alcun valore a livello giuridico nel cosiddetto diritto, ne è dimostrazione il progetto di legge della Turchia, che è favorevole ai matrimoni con minorenni, che sono invece per fortuna, proibiti nei paesi occidentali.
Non è applicabile neanche nel diritto internazionale, ma riguarda i paesi che ne fanno parte unicamente da un punto di vista morale. Ci sono diversi diritti riguardanti il fanciullo che lo tutelano e lo proteggono dai mali del mondo ma in alcuni paesi non vengono applicati , spesso i bambini vengono trattati come oggetti e gente senza scrupoli non li rispetta come dovrebbe, mettendo a rischio la loro incolumità e sottoponendoli a fatiche inimmaginabili. Purtroppo in alcuni paesi Orientali , africani e sud-americani questi diritti vengono costantemente violati, calpestati, qui i bambini vengono visti come un mezzo di arricchimento e come mera merce di scambio. Questi paesi presentano uno stato di arretratezza che non è comparabile al resto del mondo e che non rappresenta sicuramente un esempio da seguire.
Il dramma che più ci ha colpito, trattato in classe , è quello delle spose bambine.
Uno dei principali diritti non preso in considerazione dai paesi non sviluppati, ma che incide in maniera permanente sulla vita delle bambine, è proprio quello riguardante il fenomeno del matrimonio tra giovani ragazze e uomini adulti con una differenza di età esageratamente elevata.
Questi matrimoni vengono celebrati tra bambine di età compresa tra i 7 e i 12 anni e uomini tra i 40 e i 50 anni e avvengono unicamente per arricchire le famiglie delle piccole bimbe. Le conseguenze dei matrimoni infantili sono terribili. Le bambine cessano di andare a scuola in giovane età , la loro istruzione viene interrotta e non viene più completata. Queste bambine avranno danni permanenti che spesso provocano la loro morte. Il 46% di esse perde la vita a causa di una gravidanza che non possono affrontare poiché il loro corpo non è abbastanza sviluppato o perché contrae malattie. Un’ altra causa di decesso è quella della prima notte di nozze. Subito dopo il matrimonio le bambine sono costrette a passare la prima notte di nozze con il loro nuovo marito e una percentuale altissima di queste muore, a causa di emorragie avvenute in quella stessa notte.
La piccola parte di loro che si salva è destinata ad un futuro forse ancor peggiore, le bambine diventano schiave dell’uomo appena divenuto loro marito, un vero e proprio aguzzino che renderà la loro vita un inferno, una prigione. La vita di queste bambine però può essere salvata da un Fondo delle nazioni unite per l’infanzia, che si prende carico di questo problema: l’Unicef, che tutti i giorni lotta per sostenere questa nobile causa, combatte per strappare il più alto numero di bambine dalle mani di questi uomini crudeli e per tutelare le loro giovani vite, che rappresentano il futuro e il nuovo mondo di domani. Che dire…noi ci riteniamo molto fortunate poiché abbiamo tanti privilegi : andiamo a scuola, pratichiamo diversi sport e siamo libere di divertirci e di passare il nostro tempo come più ci piace, conducendo una vita allegra, ma sempre controllata dagli occhi vigili dei nostri genitori che ci tutelano e che tengono molto alla nostra educazione. Siamo libere , anche di sbagliare. Il nostro desiderio più grande, è quello di vedere un giorno questa enorme discrepanza tra Oriente e Occidente sparire del tutto, o perlomeno attenuarsi. La speranza è l’ultima a morire.
Giulia Adige
Ilaria Scibilia
Sofia Cambria II C (Istituto Comprensivo Primo Milazzo)