LO SFRUTTAMENTO MINORILE
“Nessun bambino dovrebbe mai impugnare uno strumento di lavoro. Gli unici strumenti che un bambino dovrebbe tenere in mano sono penne e matite”.
Tra le notizie e i personaggi che scorrono tutti i giorni sui nostri televisori, smartphone, giornali e riviste colpisce la storia di una studentessa pakistana. – Malala Yousafzai, attivista e impegnata per l’affermazione dei diritti civili e per il diritto all’istruzione delle donne del suo paese. A 17 anni è la persona più giovane ad aver ricevuto il premio Nobel per la Pace.
Sin dall’età di 11 anni, Malala denuncia su un blog il regime di terrore e integralista dei talebani pakistani. Nel 2011 riceve il premio nazionale della Gioventù del Pakistan della Pace. Tutto questo dà molto fastidio ai talebani che arrivano a minacciarla di morte. E le minacce si realizzarono concretamente nel 2012 quando un uomo le spara su un bus mentre torna a casa. Colpita alla testa e alla spalla, riesce miracolosamente a salvarsi: grazie anche all’ospedale di Birmingham che accetta di curarla. Malala ricomincia la sua missione e ancora oggi i talebani la considerano un bersaglio.
Nei suoi discorsi Malala rivendica che l’istruzione è il diritto di ogni essere umano.
Purtroppo ancora oggi ci sono bambini costretti ad una vita di lavoro, senza istruzione né svago , e sono circa 200 milioni. Tra questi,100 milioni sono impiegati in attività pericolose … come i lavori nelle miniere o nei lavori agricoli a contatto con pesticidi o sostanze chimiche nocive. Migliaia sono i minori impiegati in guerre e guerriglie (i bambini-soldato). Essi vengono rapiti dalle famiglie e costretti a combattere e uccidere con minacce, violenze e sotto effetto di droghe. Poi ci sono i bambini impiegati nei lavori di strada; per raccogliere rifiuti e per vendere cibo o bevande. Particolarmente detestabile è lo sfruttamento sessuale dei minori che sono schiavizzati e sfruttati per il sesso a pagamento o per la produzione di materiale pornografico.
La causa principale del problema è la povertà. Questo fenomeno dunque è presente nei paesi poco sviluppati. Qui i bambini vengono impiegati nei campi, nella pesca, nelle industrie e nei laboratori artigianali per produrre tappeti, scarpe, palloni o nelle case come domestici e schiavi. Secondo l’Unicef questo fenomeno interessa al primo posto le regioni dell’ Asia e del Pacifico. Al secondo posto il Sudafrica. Ma, in generale, i diritti dei bambini sono violati in tante parti del mondo dove essi sono oggetto di maltrattamento, violenza e abuso .Un altro simbolo della lotta contro il lavoro minorile fu Iqbal Masish.
Iqbal nacque in Pakistan nel 1983.A soli cinque anni cominciò a lavorare in condizioni di schiavitù, dopo che il padre lo aveva venduto a un fabbricante di tappeti per ripagare il debito di 12 dollari contratto per il matrimonio della sorella maggiore. Iqbal fu costretto a lavorare incatenato a un telaio per circa 14 ore al giorno, per una paga irrisoria (l’equivalente di pochi centesimi di euro al giorno).
Diverse volte il ragazzo cercò di fuggire, ma veniva sempre riacciuffato e riportato dal padrone, che lo puniva tenendolo rinchiuso per ore e ore in una piccola cisterna quasi priva d’aria, chiamata da Iqbal “la tomba”.
Nel 1992,dopo essere uscito di nascosto dalla fabbrica, partecipò, insieme ad altri bambini, ad una manifestazione del “Fronte di Liberazione dal Lavoro Schiavizzato”, durante la quale decise di raccontare la sua disperata vicenda. In quell’occasione conobbe il leAder del Front di Liberazione, il sindacalista Eshan Ullah Khan, che da quel momento si prese cura di lui e lo accompagnò a una serie di conferenze internazionali dove Iqbal intervenne sui temi della schiavitù nel mondo e dei diritti dei bambini.
Alla fine del 1994 gli venne assegnato un premio(sponsorizzato da un’azienda di calzature) di 15000 dollari, con il quale Iqbal decise di finanziare una scuola in Pakistan, suo paese natale. In una conferenza a Stoccolma ebbe a dire: ”Nessun bambino dovrebbe mai impugnare uno strumento di lavoro. Gli unici strumenti che dovrebbe tenere in mano sono penne e matite”. Ricevette poi altri premi e riconoscimenti che contribuirono a convincere il governo pakistano a chiudere decine di fabbriche di tappeti. Il suo attivismo, però, diede fastidio a qualcuno, perché il 16 Aprile 1995, quando aveva appena 13 anni, Iqbal venne assassinato mentre stava correndo in bicicletta con i suoi cugini.
Dopo la morte, a Iqbal vennero assegnati premi alla memoria e dedicate opere, come il film Iqbal, della regista Cinzia TH Torrini (1995) il libro di Francesco D’Adamo, Storia di Iqbal (Firenze, le Monnier,2002).
Daniele Giorgianni
Aurora Impalà
1B (Istituto Comprensivo Primo Milazzo)