venerdì, Novembre 22, 2024
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ZEBRAFISH: UNA MINIERA DI PRINCIPI ATTIVI

Lo zebrafish è un piccolo pesce d’acqua dolce largamente diffuso in Asia. È uno degli animali più utilizzati nella ricerca per la cura di lesioni e di altre malattie, compresi i tumori. Da punto di vista pratico è un organismo che si presta facilmente ad osservazioni perché si riproduce facilmente e velocemente, inoltre i suoi embrioni sono trasparenti. Nel 2011 si è scoperto che il genoma dello zebrafish è molto simile a quello umano.

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L’embrione è in grado di rigenerare qualsiasi tessuto lesionato, compreso quello nervoso, quindi è motivo di grande interesse da parte dei ricercatori. Quando lo zebrafish subisce una lesione al midollo, si rigenera in 8 settimane, attraverso la formazione di un ponte costituito da cellule della glia. La proteina responsabile di tale fenomeno è la CTGF (fattore di crescita del tessuto connettivo) e gli umani hanno il 90% degli amminoacidi in comune.  Essa non riesce a guarire ancora il midollo osseo umano perché ci sono molte differenze strutturali tra un uomo e un pesce. Probabilmente, però, questo sarà l’inizio di un lungo percorso che potrà, un giorno, garantire la cura delle lesioni al tessuto nervoso.

L’embrione del pesce zebra produce, inoltre, altre proteine che impediscono la formazione e la maturazione delle cellule cancerose. Il Professore Biava, docente presso l’Istituto di Ricerca e cura a carattere scientifico Multi medica di Milano e i suoi colleghi, hanno sperimentato su alcuni malati terminali affetti da tumore al fegato, una miscela di proteine a basso peso molecolare, i risultati sono stati soddisfacenti: in alcuni casi ci sono stati dei miglioramenti o una lieve regressione della patologia. Secondo il ricercatore questo è dovuto alla capacità delle proteine estratte dall’embrione di spingere le cellule staminali tumorali a non progredire e a perdere la loro pericolosità.

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L’isolamento di queste proteine non è stato semplice, infatti sono stati esaminati diversi tipi di aminoacidi provenienti da diversi animali, fin quando quelli dello zebrafish sono risultati “idonei alla cura anticancro,” poiché sono efficaci non solo per il tumore al fegato ma per diversi tipi di neoplasie. Sicuramente l’efficacia di queste miscele è dovuta alla presenza di tanti elementi, compresi dei frammenti di materiale genetico, che contengono particolari informazioni per la produzione di enzimi. Il team guidato dal Prof. Biava sta cercando di capire perché i principi attivi di queste miscele non sono efficaci per tutti i pazienti. Secondo lui questo dipende non solo dal preparato, che può essere più o meno attivo per un determinato tumore, ma anche dalle caratteristiche della malattia e della persona.

In ogni caso possiamo dire che lo zebrafish è una vera e propria miniera di principi attivi utilissimi per trovare delle cure sia per le lesioni che per la malattia del nostro secolo: i tumori.

Federica Grasso VE BS

3D movie, obtained by confocal microscopy, which shows the brain of a 30 hours zebrafish embryo expressing the green fluorescent protein GFP under the control of the Wnt signaling pathway: in many cancer types this signaling pathway does not function properly.

 

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