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“Per questo mi chiamo Giovanni”

Il libro di Luigi Garlando “Per questo mi chiamo Giovanni”, è stato molto apprezzato da noi  alunni che lo abbiamo letto in classe.  Giovanni (il protagonista) fin da piccolo sentirà parlare il padre di  alcuni magistrati che hanno combattuto  la mafia siciliana, si appassionerà delle storie raccontate , in primis di quella del suo omonimo Giovanni Falcone. Scoprirà che nel giorno in cui è morto il giudice , sua madre lo ha messo al mondo ed è per questo che porta il suo nome.

Grazie agli esempi del padre, che lo condurrà in giro per Palermo e gli farà conoscere i luoghi frequentati dal magistrato , persino il collegio in cui studiava  da bambino, il protagonista saprà per filo e per segno la storia della mafia o “Cosa Nostra”. Ma che cos’è la mafia?
È un tipo di organizzazione criminale, detta “Cosa Nostra” solo in Sicilia. Come diceva Falcone “la mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine.”
Mi è piaciuto tanto il capitolo dedicato al “peluche bruciacchiato”. Cosa Nostra, minacciava il padre del protagonista  Giovanni , proprietario di un negozio di giocattoli,  di farlo esplodere se in cambio non gli avesse dato “ il pizzo”, cioè parte di ciò che guadagnava. Lui si rifiuta ed il negozio salta in aria, ma il padre coraggioso , non si arrende, non si piega. Dalle pagine del libro emergono storie terribili ma vere come quella di  Giuseppe Di Matteo che fu rapito, per costringere il padre pentito, a tacere, strangolato e sciolto nell’acido all’età di 15 anni dopo 779 giorni di prigionia.

Il cadavere non fu mai ritrovato e tutto ciò si viene a sapere dal mafioso Giovanni Brusca, che  chiamava brutalmente il ragazzo “u cagnuleddu”( il cagnolino) , quello stesso  Brusca mandante degli omicidi dei magistrati  Giovanni Falcone e Rocco Chinnici, il giudice paterno, del film di Pif che abbiamo visto in classe: ” La Mafia uccide solo d’estate”.
Molti magistrati hanno provato a combattere contro la mafia, ma sono stati tutti uccisi. I più “famosi” sono Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, due grandi amici che hanno creato il pool antimafia insieme al giudice Caponnetto. Sono loro anche ad aver istituito il Maxiprocesso, cioè un processo penale per crimini di mafia. Il nome , come abbiamo letto sul libro, viene dalle sue enormi proporzioni: c’erano 475 imputati (che poi scesero a 460) con 200 avvocati. Le condanne furono: 19 ergastoli e pene detentive per un totale di 2665 anni di reclusione. Si è trattato ,infatti, del processo penale più grande mai celebrato al mondo, un processo a cui hanno assistito tutte le televisioni.
Questo però non mise fine alla mafia che si vendicò nella strage di Capaci dove morirono  Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e la scorta .

Avevano provato più volte ad ucciderlo, persino con del tritolo lascato sugli scogli della sua casa al mare,  ma senza risultati, fino al 23 maggio 1992 quando alle 17:58, con 500 kg di tritolo, fecero saltare in aria  la Fiat Croma marrone, poi quella bianca e infine quella azzurra.
Quel giorno Borsellino capì che il prossimo sarebbe stato lui, e così fu: il 19 luglio 1992, i mafiosi lo ammazzarono senza pietà nella  strage di via D’Amelio.
Quelle date mi sono rimaste impresse, io e i miei compagni abbiamo capito  la vera importanza dei due giudici, che hanno  voluto lanciare  un messaggio: legalità, giustizia, onestà.
“ CHE LE COSE SIANO COSÌ, NON VUOL DIRE CHE DEBBANO ANDARE COSÌ SOLO CHE QUANDO SI TRATTA DI RIMBOCCARSI LE MANICHE ED INCOMINCIARE A CAMBIARE, VI È UN PREZZO DA PAGARE, ED È ALLORA, CHE LA STRAGRANDE MAGGIORANZA PREFERISCE LAMENTARSI PIUTTOSTO CHE FARE.” CHI TACE E CHI PIEGA LA TESTA MUORE OGNI VOLTA CHE LO FA, CHI PARLA È CAMMINA A TESTA ALTA MUORE UNA SOLA VOLTA”.  I mafiosi hanno chiuso  cinque  bocche ma ne hanno aperte  50 milioni.
È per questo che  ogni 23 maggio, tantissimi  ragazzi giungono da tutta l’Italia in Sicilia, a Palermo, per vedere l’albero Falcone e lasciare  qualche lettera, qualche pensiero o poesia, per non dimenticare .
Quindi, cos’è veramente la legalità? Giustizia, libertà, lotta per i nostri diritti.
Come si può sconfiggere la mafia? Me lo sono chiesta ma sono troppo piccola per rispondere, penso però che  la “mafia” si realizzi anche nelle piccole cose, come preparare  bigliettini per le verifiche, che è ingiusto per chi invece studia e si impegna, o compiere atti di bullismo nei confronti dei più deboli. Ed è da qui che dovremmo partire: essere onesti già in queste piccole cose , nei gesti quotidiani. Per i fatti  più gravi come uccidere o ricattare, si occuperanno gli adulti, ci penserà la giustizia, ma noi ragazzi o bambini dobbiamo essere giusti in quello che ci riguarda, cercare di impegnarci per avere un mondo migliore, realizzare il sogno di Falcone, Borsellino e altri magistrati che hanno dato la loro vita per questo. Grazie a loro tante cose sono cambiate in meglio! Alla fine del nostro progetto lettura ,la sorella del giudice Falcone ci ha ringraziati con una bellissima lettera che voglio riportare qui di seguito : La legalità è al centro di tutto; Palermo 08 marzo 2016

Cari Ragazzi,

mi ha fatto molto piacere ricevere dalla vostra professoressa notizia del vostro bel cortometraggio dedicato a Giovanni Falcone che spero di poter vedere un giorno!

Al momento ho visto le vostre foto con i vostri visini svegli e simpatici, ma soprattutto determinati a farcela, come esprimete con il dito alzato in segno di vittoria o con i cuori alzati che segnano l’armonia e la pace che ne conseguono. La vostra insegnante che vi ha guidato in questo percorso di vita mi ha detto che avete conosciuto Giovanni attraverso il libro di Garlando: ora Giovanni non è solo un magistrato lontano, ma è diventato un vostro amico che vi starà vicino nelle scelte di vita, in quelle piccole di oggi e grandi di domani.

Il vostro entusiasmo mi dà gioia perché mi fa comprendere che volete portare sulle vostre gambe le idee di Giovanni, con la consapevolezza che ogni vostro piccolo passo compiuto nella giusta direzione segna una pietra miliare per realizzare una società che non conosce alcun compromesso con la mafia.

Quello che vi auguro è di non demordere mai e di compiere ogni giorno il vostro piccolo o grande sforzo che la vita vi propone per realizzare il mondo di legalità che sognate e che vi meritate. Un affettuoso saluto, prof. Maria Falcone.

Laura Famà IIB (Istituto Comprensivo Primo)

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