martedì, Novembre 5, 2024
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Intervista al pallavolista Daniele Sottile

Lo abbiamo conosciuto quando siamo entrati il primo giorno di scuola e ci ha accolto ricordiamo ancora quando è apparso lui e tutti ci siamo alzati in piedi ad applaudirlo. Mai ci saremmo aspettati un’accoglienza così bella ed abbiamo cominciato a pensare che questa scuola avrebbe riservato ai nostri compagni appena iscritti, grandi emozioni. Daniele Sottile ci ha rilasciato un’intervista ed ha risposto con la gentilezza che lo contraddistingue alle nostre domande.

Il pallavolista mamertino, classe ‘79, ha conquistato la medaglia di argento alle Olimpiadi di Rio ed ha frequentato la nostra scuola, dove si allenava tutte le sere in palestra con Pippo Maio. Su Daniele Sottile sappiamo tutto o quasi, capitano della Top Volley Latina, è considerato tra i più bravi palleggiatori italiani, ha debuttato in A1 con la casacca della sua casa adottiva del VBC Cuneo.

Con la maglia del Torino, nel 2000-2001, ha vinto la Coppa Italia di categoria ed il 2 maggio del 2001 a Saint-Étienne, in una partita contro la Francia, ha fatto il suo esordio con la nazionale azzurra.  Dalla stagione 2010-11 veste la casacca della Latina e resta per  cinque annate; nel 2015 con la nazionale vince la medaglia d’argento alla Coppa del Mondo e quella di bronzo al campionato europeo. Si trasferisce al Power Volley Milano nella stagione 2015-16, sempre in Serie A1, per far poi ritorno poco dopo nuovamente al club pontino; con la nazionale conquista la medaglia d’argento ai Giochi della XXXI Olimpiade.

Cosa hai provato nel ricevere la medaglia d’argento alle Olimpiadi?

-Ricevere la medaglia d’argento alle Olimpiadi è stata un’emozione unica! Ovviamente c’era il rammarico di non poter indossare la medaglia d’oro, che è il sogno di qualsiasi atleta… comunque la felicità è stata immensa!! Ricordo ancora l’emozione del pre gara e l’ingresso in campo al Maracanazinho con le lacrime agli occhi… esperienza unica!!

-Quanto ti è dispiaciuto aver dovuto lasciare la tua città per realizzare il tuo sogno?

All’età di 16 anni sono dovuto andare via da Milazzo per andare a Cuneo; all’inizio ho avuto mille difficoltà e tanti ripensamenti (mi mancavano il mare, il clima, la famiglia…) poi visti i risultati ho iniziato a capire di aver fatto la scelta giusta e tutto è stato più semplice

In un paese come l’Italia dove il calcio è lo sport più praticato, com’è nata in te la passione per la pallavolo?

In effetti anche io avevo iniziato a giocare a calcio da ragazzino, poi vedendo sempre gli allenamenti di pallavolo di mio fratello Angelo mi sono avvicinato anche io a questo sport che poi non ho più mollato, ed eccomi qui.

Il tuo palmarès conta una Coppa Italia, due Supercoppe italiane, una Coppa delle coppe, una Supercoppa europea e due Coppe Italiane di Serie A2, oltre ad un freschissimo argento olimpico, un bronzo agli Europei, un secondo posto al Mondiale di Tokyo ed un altro argento a Katowice nella World League: sei soddisfatto o vorresti arricchirlo ancora di più?

Ovviamente vorrei arricchirlo ancora di più!! Sono soddisfatto del percorso che ho fatto, ma la voglia di ottenere ancora grandi risultati non la abbandono mai!!

-Da piccolo ti saresti mai immaginato di essere uno dei giocatori con più esperienza nella Nazionale Italiana di Pallavolo?

Sinceramente no… era un sogno che quando sono riuscito a realizzare mi ha reso davvero felice!!

-A soli diciassette anni hai lasciato Milazzo per andare dal capo opposto dello stivale: nel Cuneo sentivi un po’ la mancanza della Sicilia?

Certo non è stato facile lasciare la Sicilia… tornare a casa dalla mia famiglia è sempre una grande emozione.

– Cosa pensi di fare in futuro, una volta ritirato dai campi della pallavolo?

Diciamo che me lo chiedono spesso da qualche anno, ma per fortuna ancora sono in campo a giocare… quindi vedremo!

-Abbiamo frequentato la scuola elementare “Piaggia” ed abbiamo conosciuto tua mamma, la maestra Maria. Cosa si prova ad avere un’insegnante a casa? 

Mia mamma è sempre stato un punto di riferimento per me… la serietà che metteva nel lavoro la trasferiva anche a casa e a me e a mio fratello ha trasmesso valori importanti che cercherò di trasmettere ai miei figli.

Gabriele Spoto, Samuele Costarella, Francesco Gitto  IIIC (Istituto Comprensivo Primo)

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