USA: MANIFESTAZIONI IN PIAZZA E POST IT COLORATI CONTRO TRUMP
Ormai da cinque giorni l’America è attraversata dalle proteste ininterrotte che al grido di “not my president” si oppongono all’elezione del tycoon Donald Trump.
Lui, il magnate sfavorito dai sondaggi durante la campagna elettorale, sostiene, ormai nel ruolo di Presidente degli Stati Uniti, che le proteste nascano dal fatto che gli oppositori non hanno ancora avuto modo di conoscerlo e ribadisce loro < non abbiate paura >.
Nel frattempo chiede ai propri sostenitori di fermare gli attacchi ai neri, ispanici e gay, uno stop ufficiale alle aggressioni che, come lui stesso afferma, lo hanno riempito di tristezza.
Mentre fervono i lavori per organizzare la nuova squadra di governo, di cui emergono già i primi nomi come quello di Reince Priebus nel ruolo di capo di gabinetto, Donald Trump ha rilasciato la sua prima intervista ufficiale dopo le elezioni, intervista registrata nella penthouse sulla quinta avenue di Manhattan e mandata in onda integralmente dalla CBS.
Da una parte Trump ha voluto rassicurare il Paese sulla legge a favore dei matrimoni gay, legge già approvata su cui non intende intervenire. Ribadisce inoltre di essere un presidente “pro life”, che pensa comunque che le competenze in materia d’aborto debbano essere riservate ai singoli Stati.
Ma altre dichiarazioni di Trump fanno indubbiamente discutere: allo scopo di rendere più sicure le frontiere, gli Usa costruiranno un muro anti migrazione al confine con il Messico; verranno deportati milioni di clandestini con precedenti penali, membri di gang o trafficanti di droga, che secondo le stime effettuate sarebbero circa tre milioni.
Sono tanti gli Americani che vedono Donald Trump come un “burattino misogino, razzista e pieno di odio”, e per questo motivo a New York, nel frattempo, sono spuntati tanti post it colorati alla fermata della metro della 14esima, post it in cui i cittadini lasciano i loro commenti sul nuovo presidente. L’idea appartiene all’artista Matthew Chavez, e consiste nella cosiddetta “terapia della metro”, una terapia collettiva che consenta ai cittadini di sfogare il proprio shock riguardo all’elezione del magnate Trump. I post it sono diventati subito numerosissimi: in meno di 24 ore erano già 3 mila ed erano tutti ironici e pungenti. Uno dei post it paragona le date dell’ 11/09 e del 09/11 come tristemente opponibili: la prima data infatti indica un evento da non dimenticare , l’altra indica invece qualcosa da rimpiangere ( forget/regret); un altro memo reca invece la scritta “immigrants make America great”, ovvero gli immigrati hanno reso grande l’America, e un altro ancora, probabilmente alla luce dell’anniversario della caduta del muro di Berlino e della decisione in merito al muro con il Messico, proclama: “this is the wall we need” ovvero “questo è l’unico muro di cui abbiamo bisogno” .
Il paradosso? Il mondo si oppone alle divisioni con un muro.
Annarita Formica