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L’impatto ambientale nell’uso dei satelliti: noi (I.C. Primo Milazzo) e Claudio Portelli

Riteniamo che un’occasione come quella di oggi, lunedi 7 novembre,  non capiti facilmente in una scuola media e siamo particolarmente privilegiati per avere avuto un’opportunità di crescita grandiosa, oseremmo dire spaziale. Perché? Ecco spiegato,  l’ingegnere della Agenzia Spaziale Italiana , Claudio Portelli, ha tenuto nell’auditorium della nostra scuola, l’Istituto Comprensivo Primo, una interessantissima  conferenza: L’impatto ambientale nell’uso dei satelliti.

Ci ha illustrato diapositive sui satelliti nello spazio, ci ha fatto apprendere cosa sono, da quali parti sono composti: antenna trasmittente, propulsore, pannelli solari, trasponder, come vengono immessi in orbita, e le ragioni per cui  vengono immessi. Sembra una cosa scontata ma grazie ai satelliti anche la vita sulla nostra terra è migliorata ,basti pensare che siamo facilitati quando dobbiamo partire per un viaggio e riusciamo a sapere come sarà il tempo e siamo agevolati anche  grazie ai navigatori satellitari con cui possiamo raggiungere un luogo facilmente.

Abbiamo visto dei filmati interessanti, alcuni forniti dalla Nasa all’ingegnere Portelli , che ricordiamo è Dirigente  Tecnologo presso Agenzia Spaziale Italiana, con 36 anni di esperienza nel settore spazio e oggi  si occupa di progetti europei nell’ambito dell’iniziativa di sostegno alla sorveglianza e tracciamento degli oggetti spaziali . Ci ha parlato dell’impatto ambientale , dell’inquinamento nello spazio, e abbiamo appreso che  59 anni fa, precisamente il 4 ottobre  fu  lanciato Sputnik” Compagno di viaggio, che però solo dopo tre mesi è ricaduto sulla Terra. Eravamo curiosi di sapere cosa fossero i detriti spaziali, pensavamo che i detriti esistessero solo nelle città, ce lo siamo chiesti ed abbiamo appreso che sono l’insieme degli oggetti naturali (micrometeoriti) e oggetti artificiali non più funzionali che si trovano in orbita intorno alla terra. Quelli artificiali , ci ha spiegato l’ingegnere Portelli,  si formano a partire dai satelliti e dagli stadi orbitali dei razzi lanciati dall’uomo che hanno completato la loro vita operativa. Ci ha colpito maggiormente la parte riguardante i rischi che corrono gli astronauti ,che per noi sono uomini dotati di superpoteri, non è facile stare nello spazio in assenza di gravità, in assenza totale di privacy, occorrono  una preparazione fisica e psicologica non indifferenti per affrontare una missione spaziale.

L’astronauta è davvero un mestiere per pochi. Grazie a Claudio Portelli   abbiamo scoperto che un astronauta siciliano dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e capitano dell’aeronautica italiana Luca Parmitano è partito nel 2013 con la navicella russa Soyuz per raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale . Lui è stato il sesto astronauta italiano nello spazio, il primo siciliano, ed ha studiato anche a Milazzo. La nostra emozione è alle stelle perché  abbiamo un prossimo incontro sempre nel nostro auditorium, con il primo astronauta italiano il genovese Franco Malerba , che terrà un collegamento via skype giorno 8 novembre.

 Ed i rischi di collisioni nello spazio? Abbiamo appreso che   l’ ultima collisione catastrofica nota, a 790 Km di quota tra due satelliti, è avvenuta per esempio il 10 febbraio 2009 ed ha prodotto diversi frammenti di cui solo 144 (Russi) e 68( USA) sono stati catalogati dopo 13 giorni dall’incidente, ma oggi si contano più di 3000 frammenti. Che bella poi la sede di Roma dell’Agenzia Spaziale Italiana, l’ingegnere Portelli ci ha fatto vedere le immagini, è la nuova sede dal 2013 anche se è stata fondata nel 1988 e  ricorda l’Euro nella sua bella forma, conta 220 impiegati con una sede anche  a Matera, città che per il patrimonio artistico dei Sassi è stata inserita nel patrimonio dell’Unesco. Che bella mattinata ,l’ingegnere Portelli ci ha fatto sognare e ci è sembrato tanto “umano” e poco” spaziale” quando ha detto che la prima volta che ha visto il film “Odissea nello spazio” non lo aveva capito ed era uscito dal cinema ma poi lo ha rivisto tre volte e considerato un capolavoro …chi lo avrebbe mai detto che un uomo così colto è stato un ragazzo con le nostre stesse debolezze?

III C  (Istituto Comprensivo Primo)

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