Birrificio Messina: passione e competenza.-Intervista ai dipendenti diventati imprenditori
La storica birra Messina è un prodotto artigianale di qualità dal 1923. La proprietaria dell’azienda era la famiglia fondatrice Lo Presti-Faranda. Nel 1988 fu ceduta alla Dreher SPA di Milano e poi venduta all’Heineken Europa. Dal 2014 , la stessa birra, è tornata alla ribalta dopo il coraggioso investimento cooperativistico del valore di 3,2 milioni di euro di 15 ex dipendenti mastri birrai della Triscele Srl, antica società proprietaria della birra Messina, che aveva progettato nel 2011 di abbattere il vecchio stabilimento nel centro città per ricavarne palazzine da rivendere.
Successivamente alla crisi finanziaria, la Triscele aveva anche intenzione di chiudere la produzione e licenziare i dipendenti. Gli operai iniziarono a protestare, chiedendo e ottenendo dalla Regione il vincolo di interesse storico e intraprendendo un’audace opposizione contro le direttive dell’azienda proprietaria.
Gli anni bui erano iniziati molto prima, quando nel 1999 lo stabilimento cominciò ad essere utilizzato solo come impianto di imbottigliamento e poi ancora nel 2007 quando Heineken disse addio alla Sicilia (ma non al marchio “Birra Messina”) cedendo l’attività alla tristemente nota Triscele Srl.
Fortunatamente la tenacia ha ripagato anni di dure proteste e l’1 agosto 2016 si è inaugurata una nuova pagina del centenario marchio che ha visto la partecipazione di quasi 3.000 persone. Il successivo 29 settembre alle ore 20:09 sono ufficialmente nati i primi prodotti firmati Birrificio Messina: la Birra dello Stretto e la Doc 15; mentre il 27 ottobre si è dato il via alla loro distribuzione.
Il 28 Ottobre anche noi alunni delle V B BS –V C BS- V E BS- V A CM- VD BA, accompagnati dai docenti Mazzù, Di Bella, Di Pietro, Salvia e Trifiletti abbiamo visitato gli stabilimenti siti nell’area industriale di Larderia Inferiore.
Abbiamo anche intervistato il Presidente della coop Messina Mimmo Sorrenti che ha rivissuto con noi l’inizio dell’avventura.
‘’Cinque anni fa siamo rimasti senza lavoro e abbiamo intrapreso le proteste. Solo 15 dipendenti hanno deciso di creare la Coop, investendo 600 mila euro frutto del Tfr, per tornare a produrre. A Messina non c’è lavoro per i giovani, chi lo perde a 50 anni non ha futuro. L’unica risorsa era l’esperienza. Il mestiere di mastro birraio qui si tramanda da generazioni. Questo percorso è stato possibile grazie alla nostra tenacia, al sostegno del sindacato, delle istituzioni e di un cartello di finanziatori . Solo così siamo riusciti a mettere in piedi il piano industriale.’’
L’uggiosa giornata si è aperta con la presentazione dei dipendenti che si sono alternati nella spiegazione del funzionamento di questa azienda: dai macchinari al tipo di produzione , al prodotto finito, alla sua commercializzazione.
I mastri birrai hanno raccontato: “Le macchine che abbiamo a disposizione sono altamente automatizzate. Ad esempio, il nastro trasportatore ha delle fotocellule per la regolazione del passaggio delle bottiglie vuote che vanno verso la sciacquatrice, che ha la funzione di disinfettarle, per poi mandarle alla riempitrice (che ha una temperatura media di 2/3 °C) che serve per pressurizzare la birra con l’anidride carbonica. In seguito , le bottiglie vengono riempite e pastorizzate per poi essere munite di tappo ed etichette. In un secondo capannone vengono, poi, imballate e spedite”
Un altro dipendente ci dice:” Produciamo diverse tipi di birra con etichette e caratteristiche diverse. I nostri prodotti di punta sono: la Birra Dello Stretto che ha una gradazione alcolica del 4,9 % e contiene tre luppoli, la Doc 15 Premium che ha tre luppoli e tre tipi di malto, con una gradazione alcolica del 5,7 % e si presenta con un gusto deciso e infine la Doc 15 che rappresenta il modello classico della birra e contiene un solo tipo di malto e tre luppoli con una gradazione alcolica del 4,7 %”. Conclude un mastro birraio: “Il gusto delle nostre birre è differenziato dalle temperature delle varie procedure, dal quantitativo di cereali contenuto , dalle fasi di raffreddamento nello scambiatore e dalla fermentazione che ha una durata media di ventuno giorni.”
Un altro esperto rispondendo alla nostra domanda sul tipo di mercato e sul tipo di forniture con le quali vengono create le birre ci risponde: “Tutti i prodotti sono generalmente di origine siciliana o in funzione del mercato, italiani. Per adesso il mercato delle nostre birre è indirizzato al nostro territorio ma prossimamente li esporteremo in Inghilterra e in Belgio.”
Il progetto dei 15 lavoratori è andato dunque a buon fine e si spera che presto darà i suoi frutti non solo sul territorio locale e nazionale ma, anche grazie ad internet, a livello mondiale.
Anna Maria Geraci, Alessia Aricò e Hassen Hancha