lunedì, Dicembre 23, 2024
Scienza

Una scoperta da Nobel

È andato ad Ohsumi Yoshinori, biologo giapponese, il Premio Nobel 2016 per la medicina

Dalla sperimentazione sui lieviti ai meccanismi dell’autofagia, l’illustre scienziato fissa il punto di partenza nella comprensione della patogenesi di molte malattie.

Attirato da argomenti di indagine poco dibattuti o addirittura sconosciuti, nel suo laboratorio dal 1998 inizia a studiare il processo di degradazione delle proteine da parte dei vacuoli nelle piante e dei lisosomi nelle cellule animali, ovvero particolari organelli cellulari.

“Autofagia” dal greco “auto”, che significa “io”, e “phagein”, che significa “mangiare“ è il meccanismo che permette alle cellule di riciclarsi e rinnovarsi continuamente.

I lisosomi sono stati scoperti ne 1949 da Christian de Duve ma i meccanismi e i geni che facevano funzionare in modo così perfetto questi organelli era ancora ignota.

Gli esperimenti di Ohsumi e del suo team sono stati effettuati principalmente sul lievito. La sperimentazione ha permesso di indentificare i geni utili per il funzionamento dell’autofagia, e in seguito ha portato alla scoperta dei diversi stadi del processo. Il concetto del “riciclaggio cellulare “rappresenta l’evoluzione di una delle principali nozioni di biologia generale. Attraverso la distruzione e il riciclo di sostanze la cellula svolge svariate funzioni: fornire rapidamente energia alla cellula in caso di improvviso bisogno, o il materiale necessario a rinnovare componenti cellulari invecchiati o danneggiati. Inoltre con questo sistema i lisosomi eliminano i microrganismi, i virus e le cellule danneggiate in seguito ad un’infezione e inoltre contribuiscono attivamente allo sviluppo embrionale e al suo sistema immunitario. Il mal funzionamento del sistema dell’autofagia può comportare gravi danni al nostro organismo con la conseguente comparsa di malattie quali   il diabete di tipo 2, il Parkinson, si tratta di patologie legate ai lisosomi e diversi tipo di cancro. Da ciò possiamo dunque dedurre l’importanza straordinaria della “semplice” scoperta di uno dei maccanismi del metabolismo cellulare.

 

Federica Grasso VE BS

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