lunedì, Dicembre 23, 2024
In libreria

I 12 racconti che dovete leggere questa estate. (da L’Espresso.it)

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di Sabina Minardi

 

A lungo meno apprezzati dei romanzi, le storie brevi vivono oggi una stagione fortunata. Merito di alcuni casi editoriali che hanno suscitato interesse e curiosità. E di lettori in cerca di immediatezza e brevità. Abbiamo selezionato quelli che a nostro giudizio non potete mancare

Mark Haddon, l’autore de “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte”, appena approdato in libreria con una raccolta di racconti, è solo l’ultimo a sostenerlo: «Ho scritto romanzi, sceneggiature, libri per bambini. Ma quanto è difficile raccontare una storia che ti soddisfi in poche migliaia di battute», ha scritto su “The Guardian”. E la beffa è che l’autore di un racconto resterà sempre «come qualcuno che sta solo appeso ai cancelli della letteratura con la L maiuscola, anziché averli saldamente varcati», sostiene Alice Munro, in una di quelle short stories che le sono valse il Nobel.

Bistrattato come genere di serie B; guardato con diffidenza dagli editori; al massimo considerato punto di partenza per uno scrittore, il racconto vive oggi una stagione più fortunata che mai. E non solo in Nord America, terra di maestri come Edgar Allan Poe, Francis Scott Fitzgerald, Hernest Hemingway; di autori che hanno aggiornato il genere, come John Cheever e Flannery O’ Connor e che l’hanno reso cult, come Raymond Carver e David Foster Wallace; di riviste come “The New Yorker” che riservano spazi privilegiati ai racconti inediti; e di premi importanti assegnati a short stories (Jhumpa Lahiri non ha forse vinto il Pulitzer per una raccolta di racconti, “L’interprete dei malanni”?). Ma in Italia, dove tradizionalmente non è molto amato. Rilanciato, oggi, da uno Zeitgeist che impone velocità e brevità. Ultime armi per la conquista dell’attenzione, nella battaglia tra il libro e i suoi concorrenti: smartphone e tablet.

«Un archetipo l’Italia, a dire il vero, ce l’ha: “I Centopagine” di Italo Calvino», cita Giovanni Peresson, responsabile del Centro Studi dell’Aie: la collezione Einaudi degli anni Settanta, di «testi che appartengono a un genere non meno illustre e nient’affatto minore: il “romanzo breve” o il “racconto lungo», scrisse Calvino.

«C’è, oggi come allora, una riscoperta del racconto e un’attenzione forte per il romanzo breve», continua Peresson: «Da una parte, i lettori dimostrano di prediligere una forma narrativa chiusa, che non conduca in mondi in cui ci si perde. Dall’altra, incide l’influenza di autori come Munro o altri casi editoriali». Vedi Edna O’Brien, amatissima voce delle donne; Lucia Berlin, al centro di un autorevole passaparola ; gli impeccabili omaggi alla brevità de “Le cose che non facciamo” di Andrés Neuman, sorpresa di Sur Edizioni. «Nel successo dei racconti si riflettono molti comportamenti attuali dei lettori», aggiunge Peresson: «Acquisti influenzati dal prezzo più basso, infedeltà alle case editrici, tempi più brevi da dedicare alla lettura».

E gli editori annusano l’aria: Feltrinelli ha lanciato la collana Zoom, testi brevi e racconti che sul telefonino si leggono decisamente meglio dei romanzi. Racconti edizioni è una nuova casa editrice che tenta di farsi largo pubblicando solo racconti. I primi titoli si sono già fatti notare: “Appunti da un bordello turco”, di Philip Ó Ceallaigh; Lezioni di nuoto di Rohinton Mistry, “Sono il guardiano del faro” di Éric Faye. «I bei racconti hanno il dono della concentrazione, sono esempi di disciplina espressiva, di selezione dell’essenziale. Leggere racconti affina la capacità di lettura di ciò che non si vede perché, come dice la O’Connor, un buon racconto è lungo in profondità», interviene la scrittrice Evelina Santangelo, che insegna Tecniche della narrazione alla Scuola Holden: «Credo che su di loro continui a gravare un pregiudizio: i lettori temono gli “inizi” – e un libro di racconti è fatto di tanti inizi; gli editori temono per la loro vendibilità. Negli ultimi tempi, però, sono accadute due cose interessanti: sono usciti libri molto apprezzati, come “Olive Kitteridge” di Elizabeth Strout e “Felici i felici” di Yasmina Reza, che sono un po’ un compromesso, universi narrativi di racconti collegati tra loro.

d è cominciato un lavoro dal basso: blog, riviste online, siti come «Cattedrale», hanno offerto strumenti per comprendere la specificità della forma racconto, hanno segnalato autori, riscoperto libri. E la Rete ha messo in circolo passioni e interessi». Verso libri che guardano al presente, ma con i canoni di Cechov in mente. Che narrano la contemporaneità, inseguendo il ritmo di Joyce. O che al passato ritornano esplicitamente: a Capote, a Henry James, i cui racconti più belli sono ora riuniti da Marsilio (“La passione del dubbio”). Come nella nostra selezione di titoli. Inevitabilmente incompleta, esattamente come i racconti: punti interrogativi, diceva Grace Paley, su universi da immaginare.

Truman Capote
“Dove comincia il mondo”, Garzanti

Due amiche che discutono su come uccidere i mariti. L’ossessione per le camelie di un’anziana signora. Un ragazzino che incontra a Central Park il cane dei suoi sogni. Dagli archivi della New York Public Library, dove erano nascosti, quattordici piccoli gioielli, scritti durante l’adolescenza, ma con dentro tutta l’originalità e la genialità dello scrittore di “Colazione da Tiffany”, inclusi lo sguardo sui piccoli crimini e la quotidiana disperazione.

Edna o’Brien
“Oggetto d’amore”, Einaudi (Stile libero)

Riscoperta qualche anno fa dalla casa editrice Elliot (“Ragazze di campagna”), la ragazza di 85 anni sfuggita all’Irlanda più bigotta per attraversare i mondi più internazionali di Londra e di New York, regala in questa collezione l’esuberanza, la sensibilità, l’occhio impietoso e umanissimo sulla follia, delle donne specialmente, che la rendono così amata. Spruzzando della consueta ironia le piccole storie di una raccolta dedicata all’amico Philip Roth.

Autori Vari
“Il calcio in giallo”, Sellerio

Un format, quello “in giallo”, che dal 2011 riscuote consenso, conquistando la parte alta delle classifiche. Raccolte stagionali, come “Turisti in giallo” e “Vacanze in giallo” o pubblicati in occasione di Natale, Capodanno, Carnevale, affrontano – in giallo – temi come “La crisi” o “La scuola”. Qui Aykol, Costa, Giménez-Bartlett, Malvaldi, Manzini, Recami e Savatteri e i loro detective sono alle prese con gli intrighi dello sport d’Italia.

Alice munro
“Mobili di famiglia”, Einaudi

L’Accademia di Stoccolma, nel conferirle il Nobel nel 2013, non ha avuto dubbi: “maestro del racconto contemporaneo”, l’ha definita. E la scrittrice canadese, con una miriade di short stories ambientate nel Southwestern Ontario, lo è veramente. La raccolta lo ribadisce: oltre 700 pagine di microstorie, densissime e sfaccettate. Con una prosa preziosa. E la consapevolezza che le piccole storie migliori sono quelle in cui si pensa in grande.

Christos ikonomou
“Dal mare verrà ogni bene”, Elliot

La crisi economica greca raccontata attraverso le vicende di vittime e di eroi. Con un ritmo che culla come il rollio di una nave, lo scrittore, alla sua terza raccolta di racconti, narra di una carovana di esuli, gente diversa unita dall’aver perso i risparmi, che si trasferisce in un’isola dell’Egeo, in cerca di una vita migliore. Dei corrotti in cui si imbattono. Dei loro esercizi di sopravvivenza.

Gilbert Sinouè
“Le storie d’amore che hanno cambiato il mondo”, Neri Pozza

Un’antologia di passioni dalla penna di uno scrittore che ha frequentato a lungo le biografie. Coppie di ieri e di oggi accomunate da un fuoco che cambia non solo i loro destini, ma in parte anche la storia: l’amore maledetto tra Arthur Rimbaud e Paul Verlaine, tra Edith Piaf e il pugile Marcel Cerdan, tra LadyMountbatten e Nehru. Tra le più belle quella di Horacio Nelson e Lady Hamilton, moglie dell’ambasciatore inglese.

Gian Paolo Serino
“Quando cadono le stelle”, Baldini&Castoldi

Vite di personaggi straordinari, rievocate con lo spirito dell’artista. Perché più che ricostruire biografie fuori dal comune, la sfida dell’autore è di acciuffare frammenti del loro animo – modi di soffrire, di amare, di sentire le cose – e lasciarsene attraversare. Un divertito show dove imbattersi, random solo in apparenza, in Edgar Allan Poe, Salinger, Picasso, Cattelan.

Sandro Veronesi
“Un Dio ti guarda”, La nave di Teseo

Pornopattinatrici, fottuti filosofi, profeti del disimpegno. È già nei titoli il divertimento di scrivere questi racconti dedicati a eroi e semidei, acclamati dalle folle, che convivono con sconosciuti personaggi protagonisti anche loro di agonismo e adrenalina: surfisti hawaiani, portieri dimenticati, nomi della grande boxe. In gare, qui, senza arbitri né vincitori.

Gianrico Carofiglio
“Passeggeri notturni”, Einaudi (Stile libero)

Frammenti di conversazione. Memorie olfattive che richiamano universi. Intuizioni che si svelano provocando esplosioni. Tutto in una metrica precisa, fatta di trenta scritti di tre pagine alla volta. Come un almanacco che lega viaggi in treno e tempi morti, attese sospensioni. Spazi vuoti da riempire con un libro in mano.

Autori vari, a cura di Alessandra Urbani
“Chi ha tempo”, Marcos y Marcos

Marco Lodoli, Dacia Maraini, Tommaso Pincio, Tiziano Scarpa sono solo alcuni degli autori di queste “Storie di giorni che corrono”: foto di gruppo sul senso del tempo. E un sillabario di Valeria Della Valle e Giuseppe Patota delle parole legate al tempo che avanza passa fugge vola. Ricavi a Emergency.

Umberto Pasti
“Animali e no”, Bompiani

Appassionato di botanica, esperto di ceramica islamica l’autore ci racconta il suo Maghreb magico, dando voce alle creature che lo popolano. Quelle invisibili all’occhio distratto, però: salamandre e tritoni, piccole aspidi e una tenia sbarazzina, un iris a Tangeri, un cane in una via del Cairo. Con i disegni di Pierre Le-Tan.

Lev Tolstoj
“Racconti”, laNuovafrontiera junior

Ha scritto romanzi monumentali come “Guerra e pace” e “Anna Karenina”. Ma lo scrittore russo ha lasciato un’eredità enorme in forma di racconti, a partire dalle opere pedagogiche degli “Abbecedari” e de “I quattro libri di lettura”. Con le illustrazioni di Irene Rinaldi e tradotti da Claudia Zonghetti, una raccolta, tra zar e gran visir, che nel sapore è una sintesi delle più note favole di tutti i tempi.

 

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