Mangiar sano fa bene alla salute
La globalizzazione, negli anni passati, ha contribuito molto a far dimenticare a noi italiani il mangiar sano. Martellati quotidianamente da spot pubblicitari invitanti a consumare alimenti preconfezionati dalle grandi industrie alimentari, ci siamo dimenticati delle sane abitudini alimentari dei nostri nonni per nutrirci con cibi che nulla hanno di salutare, ricchi di grassi animali e vegetali (soprattutto olio di palma), confezionati con farine ottenute da grano importato da paesi extracomunitari come ad esempio dall’Ucraina, dove ancora oggi si sentono gli effetti delle radiazioni dopo scoppio della centrale nucleare di Černobyl’ del 26 aprile 1986.
In questa rubrica cercheremo di dare, ai nostri lettori, delle indicazioni che possano aiutarli nella scelta di alimenti salutari. Insomma, ci occuperemo di nutraceutica, un neologismo sincratico (fusione di due parole diverse “nutrizione” e “farmaceutica”) che si riferisce allo studio di alimenti che presentano un’azione farmaceutica. Gli alimenti nutraceutici vengono comunemente anche definiti alimenti funzionali che associa componenti nutrizionali selezionati per caratteristiche, quali l’alta digeribilità e l’ipoallergenicità, alle proprietà curative di principi attivi naturali.
Le crucifere o brassicacee
Iniziamo questo percorso analizzando le proprietà nutraceutiche delle verdure crucifere o brassicacee, si chiamano così perché i loro fiori hanno quattro petali che ricordano una croce. Questa famiglia comprende 390 generi e più di tremila specie in forma di piante erbacee spontanee, di arbusti rampicanti e di ortaggi e spezie.
Quali sono queste verdure? Sono verdure che conosciamo tutti, molto apprezzate dagli adulti, forse poco apprezzate dai bambini. Le più conosciute ed impiegate sono: il cavolfiore, il broccolo romano, la verza, il cavolo cappuccio, i broccoletti, le cime di rapa, i broccoletti siciliani, i cavoletti di Bruxelles, la rapa, la rucola, il ravanello e la senape.
Grazie alla loro composizione chimica, le crucifere hanno un’azione terapeutica ad ampio spettro. Contengono in quantità significative: zolfo, iodio, calcio, vitamina C ed, in minore percentuale, potassio, vitamina K, niacina, riboflavina. Inoltre hanno un potere di prevenzione e attenuazione del rischio molti tipi di neoplasie e carcinomi grazie alla presenza di sostanze fitochimiche quali polifenoli, tiocianati e fitoestrogeni.
Analizziamo l’azione di queste sostanze sull’organismo umano.
Lo zolfo combatte le irritazione della mucosa gastrica e intestinale, aiuta a contrastare gastriti e coliti, è un potente depurativo del fegato e contribuisce a espellere le tossine.
Lo iodio attiva la funzionalità tiroidea, accelera il metabolismo e migliora lo svuotamento intestinale.
Il potassio, mantiene costante la pressione sanguigna, regola l’attività dei muscoli e del cuore, stimola il ricambio dei liquidi dei tessuti, combattendo la ritenzione idrica.
La vitamina C (acido ascorbico ) protegge dallo scorbuto, e essenziale per la formazione del collagene e aiuta a mantenere l’integrità del tessuto connettivo, del tessuto osseo, della dentina dei denti; è indispensabile per la guarigione delle ferite e facilita quella delle ustioni; facilita l’assorbimento del ferro.
Il calcio è importante per la crescita di ossa e denti.
La vitamina K trae il suo nome da Koagulation vitamin perché regola la coagulazione del sangue. La vitamina K è formata da tre composti, indicati con K1, K2 e K3. Sola la prima è di origine vegetale. La seconda è sintetizzata dai batteri intestinali, la terza è sintetica.
Tutte e tre derivano dal 2 – metil – 1,4 – naftochinone
Fillochinone, vitamina K1
La niacina (acido nicotinico ) è la vitamina PP, ha la funzione di prevenire la pellagra.
La riboflavina (vitamina B2 ) coinvolta in moltissime reazioni metaboliche.
Una carenza di riboflavina può portare ad uno crenza di altre vitamine.
I polifenoli sono antiossidanti naturali presenti nelle piante (bioflavonoidi, procianidine, proantocianidine, tannini) sono utili nella prevenzione dell’ossidazione delle lipoproteine e nel reagire con i radicali liberi, eliminandoli; sono accertati inoltre effetti biomedici positivi a livello cardiovascolare, di malattie legate alla senescenza e di arresto della crescita tumorale.
I tiocianati sono sali inorganici che contengono l’anione [SCN]– o composti organici il cui gruppo funzionale è SCN. Nelle crucifere si trova un tiocianato organico che ha effetti curativi, il sulforafano, in quantità apprezzabili, circa lo 0,004%. Esso inibisce la divisione di cellule tumorali umane, e provoca la morte in quelle della vescica, prostata, seno, ha un’azione protettiva per le cellule cardiovascolari previene l’insorgenza di ictus e infarto, riduce la pressione arteriosa e lo stress ossidativo e migliora il profilo lipidico, è in grado di rallentare l’usura della cartilagine bloccando gli enzimi che causano il logoramento delle articolazioni, protegge le cellule della retina dal danno foto-ossidativo, protegge il cervello dal danno dovuto a stress ossidativo e infiammazione, sembra che aiuti le cellule a ripulirsi dalle tossine e inibisce i processi di infiammazione e di ossidazione delle cellule polmonari causati da esposizione al diesel e dal fumo di tabacco.
La glucorafanina
viene trasformata dall’enzima mirosinasi nel sulforafano
Questo isotiocianato è formato da una piccola molecola alifatica che ha alle due estremità, da una parte, un gruppo solfossido ( S = O), dall’altra un gruppo isotiocianato (- N = C = S). In questo gruppo funzionale il carbonio legato con due doppi legami all’atomo di azoto e a quello di zolfo, ha un’elevata reattività specialmente con i gruppi funzionali amminici ( – NH2).
La pianta produce e immagazzina gli isotiocianati sottoforma di glucosinolati, la glucorafanina è uno di questi e la sua trasformazione da origine al sulforafano. La cottura o la masticazione di queste verdure permette il rilascio degli isotiocianati. Successivamente la mirosinasi, idrolizza i glucosinolati, nel nostro caso la glucorafanina, in glucosio e in un aglicone che si trasforma in isotiocianato. In questa trasformazione si liberano composti solforati che presentano un odore forte e sgradevole.
Diversi fattori condizionano la biodisponibilità e l’assorbimento del sulforafane. Ad esempio, la quantità di sostanza che introduciamo nel nostro organismo è maggiore se mangiamo broccoli crudi rispetto a quelli cotti perché la mirosinasi è sensibile al calore. Pertanto, è consigliabile mangiare i cruciferi crudi o cotti al vapore, evitando la bollitura che fa diminuire parecchio la biodisponibilità del sulforafano.
Rosario Saccà
Fonti:
Nicole Ticchi “Spezie e verdure dai forti sapori: una descrizione molecolare di salubri virtù”- chmicare.org;
“Cosa ci accade se mangiamo RUCOLA?” – sanit.org;
Sveva Salvini “Cavolo, cavolfiore, broccoli, ma anche rape, crescione, ravanello, senape e rucola. Ecco alcune delle oltre tremila specie di crucifere, dalle molte proprietà salutari.” – sapere salute.it;
Dr.ssa Paola Belli “Le crucifere” – annadeugenio.it/allegati/file_news/crucifere.pdf.