martedì, Novembre 5, 2024
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LA POTENZA DELLE CELLULE STAMINALI

 “Il mio obiettivo, tutta la mia vita, è di portare la tecnologia delle cellule staminali dal bancone di laboratorio ai pazienti ed alle cliniche”          

                                                                                                            -Shinya Yamanaka

 

Le cellule staminali sono cellule aspecifiche cioè sono in grado di trasformarsi in tanti altri tipi di cellule attraverso un processo chiamato differenziamento. In particolare, le cellule staminali embrionali hanno attirato nell’ultimo ventennio una forte attenzione da parte di molti scienziati. La loro particolarità è la pluripotenza; cioè la capacità di differenziarsi in ogni tipo di cellula, proprio come accade in un embrione. Sfruttando la pluripotenza si spera di poter curare un giorno malattie come il Parkinson, l’Alzheimer o riparare tessuti come la retina o addirittura riparare organi come il cuore infartuato o debilitato da insufficienza cardiaca e il pancreas dei diabetici. Però, per poter trapiantare le cellule embrionali occorre prima prelevarle dai feti abortiti; questo rappresenta uno dei principali problemi soprattutto dal punto di vista etico.

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Tuttavia si stanno producendo le prime colture embrionali e si stanno conducendo i primi esperimenti in vitro. Inoltre le cellule staminali sono presenti anche negli adulti in tessuti come la pelle, il sangue, il midollo.  Le cellule staminali embrionali si riproducono velocemente e in grandi quantità rispetto a quelle di un adulto, però sono più propense alla formazione di tumori. Quindi è emerso che anche le cellule di un adulto hanno grandi potenzialità. Per esempio i trapianti di cellule emopoietiche sono molto frequenti ed efficaci, sono in pochi casi in cui il trapianto ha esiti negativi. Invece il trapianto di cellule staminali embrionali o in particolare il trapianto di neuroni immaturi per la cura del Parkinson ha prodotto esiti negativi, infatti negli anni ’90 alcuni pazienti negli USA hanno sofferto di gravi effetti collaterali come scatti ripetuti e incontrollabili degli arti così gli esperimenti sono stati sospesi. Tuttavia nel 2015 sono ricominciati i trapianti grazie a un nuovo protocollo avviato da un Consorzio finanziato dall’Unione Europea: Transeuro. Da diversi studi è emerso che anche le cellule somatiche possono essere utilizzate per la cura di diverse malattie. A questo proposito nel 2006 Shinya Yamanaka ha scoperto che si possono riprogrammare le cellule somatiche di un adulto in cellule staminali pluripotenti indotte. Questa scoperta esclude l’utilizzo di embrioni e fa diminuire il rischio di rigetto in seguito al trapianto aumentando di conseguenza l’efficacia.

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Un’altra tecnica studiata di recente è la clonazione: i ricercatori del National Primate Research Center affermano di essere riusciti a clonare una cellula di pelle di un bambino, creando cellule staminali embrionali inserendo il nucleo della cellula in un uovo svuotato e attraverso l’uso della caffeina l’uovo non si replica durante il trasferimento del nucleo. E poi l’intera manipolazione avviene sotto la luce polarizzata per non causare danni. Da questa tecnica si ottengono cellule che possono essere sostituite a quelle danneggiate ma i risultati non sono certi, anzi sono stati riscontrati parecchi errori nei dati riportati quindi è ancora sottoposta a revisioni. Tutto questo ci fa capire come ancora non siamo in grado di sfruttare le cellule staminali, sia adulte che embrionali. Ancora oggi per la cura di patologie cronico degenerative si stanno avendo solo piccoli risultati e tante sconfitte. Ma per ottenere il progresso ci vuole tempo unito all’impegno di ricercatori che ogni giorno contribuiscono a costruire un futuro migliore.

Federica Grasso 4EBS

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