La complessità dell’universo femminile in scena a Siracusa
Anche per quest’anno gli studenti dell’ITT “ Ettore Majorana di Milazzo hanno scelto di assistere ad una delle rappresentazioni classiche organizzate dall’ Istituto Nazionale del Dramma Antico, nella splendida e sempre suggestiva cornice del teatro greco di Siracusa.
Il cinquantaduesimo ciclo di rappresentazioni promosse dall’INDA, che ha preso il via il 13 Maggio scorso e si concluderà il 19 del mese di Giugno, porta in scena l’ “ Alcesti “ di Euripide , l’”Elettra” di Sofocle e la grande novità della “Fedra” di Seneca. L’INDA ha operato una scelta all’insegna di una stagione dedicata alle donne, nella consapevolezza della valenza educatrice del teatro e della sua grande capacità di mettere in rilievo tutto ciò che di solito sfugge all’occhio distratto della quotidianità. Del resto Aristotele stesso, nella sua Poetica, ha evidenziato la capacità del teatro di rappresentare la realtà , suscitando in noi pietà, terrore e catarsi : ecco che ancora oggi le vicende della Grecia antica, con i suoi valori e la sua rappresentazione dell’uomo e dei modelli di comportamento, nobile o spregevole, all’interno di una società civile, hanno stessa la forza di un tempo, e in questa stagione al femminile ci pongono dinanzi ad un universo energico e misto di contraddizioni.
Ne è l’esempio la vicenda di Elettra, a cui gli studenti del nostro istituto hanno assistito il 23 Maggio, come di consueto al primo calar del sole. Il teatro antico di Siracusa si è animato dei personaggi di una tragedia che mette la parola fine alla lunga scia di sangue della famiglia degli “Atridi”, con eccezionali personaggi femminili, diversissimi tra loro nell’affrontare la medesima situazione. Elettra, la principessa di Micene ridotta in schiavitù dalla sua stessa famiglia, che non ha mai smesso di covare odio e progettare vendetta, magistralmente interpretata da Federica di Martino, ha dovuto destreggiarsi tra i contrastanti sentimenti degli altri personaggi che la circondano nella reggia di Agamennone ormai defunto. Completamente diversa dalla sorella maggiore è Crisotemi ( Pia Lanciotti) , rassegnata ma fiera, portatrice di un’amara verità, ovvero dell’ ineluttabile sottomissione di una giovane donna al potere, in nome della libertà di vivere; infine giunge una Clitennestra ( Maddalena Crippa), combattuta tra il suo rancore di madre e moglie ferita dal tranello teso alla figlia Ifigenia, immolata dal marito sull’altare in Aulide, e la meschinità di un’adultera ormai devota all’amante- assassino Egisto, che ha preso il posto di Agamennone nel suo cuore e nella stessa reggia. Tre personaggi , tre interpreti femminili d’eccezione dunque, che hanno tenuto il pubblico con il fiato sospeso fino a quando Oreste, interpretato da Jacopo Venturiero, ha messo concretamente fine, seppur in modo diverso, alle sofferenze di ognuna di loro; il personaggio maschile si è messo dunque all’opera , assecondando ciò che l’oracolo di Apollo gli aveva ordinato di fare in qualità di erede di Agamenonne, ma che una volta posto al centro di questo turbine di emozioni e pulsioni femminili, risulta però pura e semplice pedina della ormai attesa e inevitabile Nemesi storica. D’effetto anche il coro delle donne di Micene, solidali con la sventura di Elettra e complici alle parole di Crisotemi. Gli applausi e l’entusiasmo del pubblico durante la messa in atto e in conclusione alla rappresentazione hanno suggellato , gratificandole, le scelte del regista Gabriele Lavia.
Annarita Formica